7 giugno 2021,
sono in sala operatoria, sono le 12.30 e un fulmine squarcia il cielo della routine delle mie mani nella pancia di un estraneo.
“Dr Nardi può venire al telefono?C’è il Dr. Crescentini che la cerca”.
Diciamo che il Dr. Herbert Crash Giakominsky è un amico vero, uno di quelli che risolve i problemi e non te li crea mai, se chiama in sala gli servirà qualcosa di urgente,un cambio dell’ultimo secondo,un favore ad un amico..
“Adesso vediamo, mio caro Giacomino,da buoni fratelli ci veniamo incontro ma non è che mi puoi sempre scassare la minchia..perchè Fede è incinta e tra un pò deve partorire”.
Questo pensai mentre mi avvicinavo al telefono con le mani giunte impregnate di sangue,a mo di sommo sacerdote dei Templari..
M”Ciao cara casso vuoi?” l’accento pesarese mi viene proprio benisssssssimo.
G”Ei minchia mi ha chiamato Fede dice che è dilatata 3 cm sta tornando a casa a prendere la valigia e poi torna qua”
M”vuoto cosmico”
M”vuoto cosmico”
M”Cazzo!”
M”vuoto cosmico”
Come la flebile attività cerebrale di un paziente appena rianimato, qualcosa mi si accende nella testa,Fede aveva la visita, l’hanno scollata,cazzo mo partorisce sulla Nomentana per colpa mia che faccio questo lavoro di merda che mi isola dall’universo.Peccato che l’unica risposta a tutti questi legittimi quesiti fu una flebile quanto inutile richiesta d’aiuto:
M”ma tu sei qui?”
G”No sto a Terni…”
M” e che cazzo ci fai a Terni?”
Seguono 5 minuti di serrata dicussione sull’opportunità o meno di stare a Terni di lunedi alle 12:15.
Poi un dolce commiato.
Ricordo solo di essere tornato al tavolo operatorio,mezzo ubriaco,un po’ felice,come se Fede se la fosse sbrigata da sola e mi rimanesse solo da riabbracciare mio figlio..poi ho continuato ad operare tremando e balbettando cazzate,tanto che Maria,la strumentista,mi ha intimato di andarmene,che avrebbe aiutato lei Giovanni a chiudere,e l’avrebbe fatto sicuramente meglio di me,visto che da 20 minuti avevo perso la mia proverbiale calma e precisione.
7 giugno,pazzesco nascerai oggi mio caro Orlandito,non sono pronto,ti aspetto da 9 mesi ma non sono pronto,mannaggia alla puttana mentre porto Fede in ospedale,mi leggo qualche trafiletto ai semafori e passo alla farmacia dell’isola e compro le utlime cosette..si si fa..dai si fa..
Sono tornato a casa quel Lunedi,spedito Alice dalla nonna,trasferito Indi dagli altri nonni,organizzato il possibile.Certo un dibbio mi viene,una donna che deve partorire non dovrebbe avere qualche contrazione?mah..certo che sei strana amore mio..
Abbiamo aspettato queste contrazioni per una settimana,ogni giorno una scossetta che ci illudeva senza avere alcun significato. “Eccone unaaaaa!!”ed io ero pronto in macchina con la valigia..e invece nulla…nulla per 7 giorni…
Mio caro Orlando,tu aspettavi la giornata giusta.
Lunedi 14,salgo in vespa alle 8 direzione Pineta Palace Hotel,che detto così sembra la sede di un pionieristico congresso sulle nuove tecnologie applicate alla chirurgia robotica,ma nella realtà è un derelitto casermone sulla ridente Via Pineta Sacchetti,uno dei pochi casermoni con una hall abbastanza grande da ospitare i sogni e le ansie di 200 chirurghi ai tempi del Covid,pronti a competere a suon di raccomandazioni e calci in culo per un posto nella ridente Palestrina,Valmontone,Zagarolo..
Si caro Orlando,non sei ancora nato,e già hai la tua prima lezione: potresti vivere con una costante sensazione che accompagnerà le tue giornate,quella di sembrarti quasi tutto un po’ sbagliato.
Fatto sta,che oggi,Fede ha la seconda visita e probabilmente sarà la tua giornata,per cui parlo con gli organizzatori del Concorso e gli spiego che se vogliono prendermi il telefono, come da prassi, cortesemente dovrebbero tenerlo loro,in vista,in modo che io possa in caso di bisogno abbandonare tutto e volare dalla mia povera moglie gravida.
Finalmente ho trovato persone con cui condividere quel peso,atterriti, spaventati, hanno cominciato a sudare freddo,mi hanno accompagnato al mio posto e anche loro,da possibili nuovi neo genitori,hanno immaginato con me scenari apocalittici, per poi candidamente accomiatarsi con un rasserenante:”Dottò certo che se va bene tutto oggi…che giornata…”
Eh…
Eh…Bravo..che giornata..
Sovrappensiero come un uomo che pensa da donna per un paio d’ore,scrivo due paginette e volo via.
Torno all’isola, oggi la mia amata isola, avviso ginecologa, anestesisti, sono pronto per il mio personale sbarco di Normandia.
Facciamo il Triage in PS ostetrico, Marina,il nostro asso nella manica, ci conferma 4 cm di dilatazione,da una scollata ulteriore e il tuo tocografo comincia a segnare contrazioni, e con loro parte un ritmo potente, bom bom bom bom bom,una grancassa degna della migliore tecno anni 90,il cuore di Orlando riempie l’ambulatorio come What is loveeee e con lui passa la paura e arriva l’entusiasmo, l’adrenalina.
Siamo pronti, complici, una bella squadra che oltretutto già sa cosa l’ aspetta.
Anzi no. Questa volta non ci sarà la notte desolata del Policlinico,i freddi corridoi deserti,le tue richieste di epidurale mai accolte,non ci saranno allieve ostetriche,allieve infermiere,allievi specializzandi,allievi anestesisti e allievi ginecologi.
Oggi ti aspetta un cazzo di dream team,nel tempio della partoanalgesia.
Il che vuol dire che partorirai,ma senza dolore.
Discutiamo di tutto ciò, perchè fa strano slegarsi da una così radicata cultura medievale,e lo facciamo mentre osserviamo il Tevere scorrere dalla finestra o saltellando sulla palla rimbalzina. Tutto questo perché hai ricevuto la tua epidurale prima ancora di aver rotto le acque,Maria Grazia, il boss dei boss, si è presa cura di te…poi è tornata Marina assieme a Francesca,l’ostetrica,che caro Orlandito,ti ha fatto vedere la luce con la dolcezza di chi ne ha viste tante, conosce il suo mestiere e prova a fare il meglio che può per regalare un esperienza più che una prestazione sanitaria.
E cosi Orlando,esistono testimonianze fotografiche che c’era un bel sole quel pomeriggio,che i pianeti erano tutti allineati per farti spazio,e che nonostante allievi e specializzandi immancabili con le loro domande della minchia, il tuo momento stava davvero arrivando.
E cosi Francesca ,prende due guanti al volo e chiede a tua madre: “vediamo un po’ se ti ricordi come si spinge?”
1,2..vai…e cosi abbiamo visto la tua testa venire al mondo, tra lo stupore generale e la repentina necessità di organizzarsi il più presto possibile, per non farti sgusciare via. Adunata generale,3 ostetriche a preparare di corsa un campo sterile,e tua madre che dolcemente,con altre due spinte, ita ha regalato i primi raggi di sole,il primo respiro, le prime lacrime,le prime urla, il tutto abbracciandoti con le sue mani,quelle stesse mani stupefatte che ti hanno tirato fuori dal suo utero,da quella piccola roulotte, che per 9 mesi aveva traghettato in giro per te.
Mio caro erede maschio,è stato proprio un pomeriggio indimenticabile,non ho sbagliato i cambi d’abito e ti nho preso in braccio quando ancora eri blu per portarti dalla neonatologa che ti ha misurato come fossi un bel tonno pinna gialla al mercato.
L’infermiera però,ripeteva che eri bellissimo mentre sguazzavi nel lavandino e mentre ti rivestiva ha piegato la coperta su di te tutta soddisfatta,dicendo “ecco qua, guarda che bel burrito Papà”.
Ti ho riportato in stanza come un trofeo, come se veramente fossi un burrito da festival. Invece da lì a poco capiremo che ubriaco di bilirubina, saresti stato un bambino d’oro, sia per il giallo del tuo delizioso ittero neonatale che ti rendeva un piccolo buddha e sia perché hai avuto la grazia di venire al mondo senza disturbare, aspettando la fine della pandemia, permettendo a tuo padre di perdere gli ultimi capelli sotto concorso e a tua madre di gestire un ristorante a 300 km di distanza solo con un po’ di gastrite.
Caro Orlando ti spiego una cosa, questo mondo che ancora non vedi, potrà sorprenderti. Il tuo primo giorno, per noi, è stato tutto cosi. Adesso fammi solo il favore di non fossilizzarti sulle differenze con tua sorella, sei un secondo figlio, sei frutto dell’amore e del lock down, avrai biberon sterilizzati 10 secondi invece di 20 minuti, pannolini coop che sono aaaassssssolutamente uguali ai pampers progressi,un vestiario da orfano del Tirgikistan e il tuo fasciatoio è più che altro un asciugamano mobile,molto mobile.
Noi cercheremo di esserci sempre per te,almeno nei dintorni, quindi cerca di fare un fischio,piangere o tossire per attirare l’attenzione e noi saremo pronti.Non lanciarti in teatrali suicidi dalla carrozzina,non fare scenate madri, dobbiamo restituire integre culla next to me e carrozzina appena raggiungi una lunghezza un minimo significativa.
Naturalmente scherzo, anzi,così avrei voluto comportarmi, facendoti crescere da madre natura fino all’anno di vita,quando avrei cominciato la tua formazione musicale.
E invece,ricado negli stessi errori,riempio di foto il cellulare e mi rendo ridicolo con gli estranei, mostrando le tue smorfie anche ad Anna al banco del mercato, brillo quando ti vedo tranquillo ascoltare musica con me e vado in giro urlando fiero il tuo nome, che tua sorella scandisce in maniera deliziosa e mi preoccupo all’inverosimile per il tuo stato di permanente letargia che in realtà sta salvando un matrimonio.
Ti dico un altro piccolo segreto, tuo padre, come tutti i pazzi, pensa di vivere una vita segreta in cui c’è qualcosa da capire che sfugge al mondo intero, pensa che le sue pause, le serate con le piante o le giornate da solo gli siano necessarie per capire il mondo in cui si trova e chi vuole essere e diventare. Ah già,tuo padre è un adolescente irrisolto di 37 anni.
Per cui nei mesi prima della tua nascita, papà ha letto un libro,e quando quest evento capita e il libro è piaciuto o lo regala,o ne parla per mesi, o si tatua qualcosa addosso.In questo caso da il secondo nome a suo figlio.
Il libro in questione è ”Il Selvaggio”, di Arriaga, dove tuo padre è rimasto folgorato dalle storie intrecciate di Amaruq e Juan Guillermo, due personaggi potentissimi che attraverso un consapevole e spontaneo atto d’amore interrompono la catena di morte,dolore,omicidi,malattia che li aveva attorniati.
Loro si prenderanno cura di due Lupi, Colmillo e Nujaqtuquq, li combatteranno,li sfideranno per poi dominarli e comprenderli,sfideranno le leggi della natura e la parte selvaggia di questo mondo, e dalla loro conoscenza,dal loro impegno e fermezza, è nata una nuova consapevolezza di poter creare una nuova realtà che non sarà figlia del loro passato.
Inutile dirti Orlandito mio, che l’ufficiale dell’anagrafe ghignava quando gli ho detto che Lupo doveva essere il tuo secondo nome. Inutile dirti che mi sono offeso, perché per me era una cosa serissima e avrei voluto raccontare il libro anche a lui, solo perché si stava perdendo la soluzione a tutti i problemi del mondo.
Ecco qua, questo è tutto caro mio, hai vinto una famiglia così. Abbiamo poche priorità ma piuttosto chiare. Siamo concentrati molto sul presente e sull’indipendenza personale, sul mutuo trentennale e sull’insegnarti ad amare.
Benvenuto Orlandito,Lupo,Burrito Nardi,terzo figlio del Dondolo,domatore del temibile Indiana,erede al trono di Via cilento,cavaliere senza macchia e senza paura,secondo dei cugini epici,50 cm soffici e cotonati,pronto per essere CEO o Clochard.Non lo so. Non importa. Ti auguro solo una vita epica.
Io farò ciò che posso per romanzarla.
Aspetto solo i tuoi primi passi e prenoto il camper per il giro dell’Islanda.

