Punkarre Entertainment Zoo II

Il primo tuffo di Alice

Come un bimbo sullo scivolo Kamikaze dell’acquapark..come quando provi a saltare in corsa giù da un’altalena..come un siluro lanciato da un sottomarino…come la pallina viene spinta via lontana dalla molla di un flipper..così sei schizzata prima tra le mani dell’Ostetrica Paola per poi atterrare sulla pancia e sul vestitino h&m collezione premaman che tua madre non ha fatto in tempo a sfilare tanta era la tua furia di dare un’occhiata a questo mondo.
Una scimmietta avvolta nella lanugine e nel sangue che immediatamente con il suo pianto reclama l’attenzione di tutti.
“Sono nata.Sono le 5:10. 2 minuti fa non esistevo.Ora sono qui..che qualcuno si occupi di me!”
Ho pianto quando ti ho visto rotolare impiastricciata sulla pancia della tua incredula mamma,eravate le meraviglie che aspettavo,ancora legate dal cordone.
Quella leonessa di tua mamma ha un po’ frainteso le contrazioni preparatorie e abbiamo rischiato di farti partorire sul lettone di via picco dei tre signori.
Mesi di forum “in gravidanza””periodo fertile””mammeoggi”,libri,corsi preparto,centinaia di amiche recentemente partorienti e l’unica cosa che serviva..(riconoscere le contrazioni)..nessuno sembrava in grado di spiegarcelo.
Per fortuna cara Alice erano mesi che eri a testa in giù in attesa di venire alla luce,così immagino che stanca per la nostra indecisione tu abbia sbuffato e dato un bel pizzicotto a quella membrana che ti separava dal nostro mondo.
“Amore ho gli slip bagnati”mi comunicasti stizzita nel mio precoma alle 3:30 del mattino del 29/7/2017.
“Un indizio”..pensai,con fare arguto.
“Controlla meglio”..ti dissi..sagaciamente.
“Vaffanculo”mi rispondesti seccamente.
Ma lo sgocciolio sul pavimento del corridoio parlava chiaro.
Calma..pensai..adesso prendi le redini della situazione.
Ero talmente calmo che non riuscivo nemmeno ad infilarmi i pantaloni,continuavo a eseguire la check list di tutto quello che poteva servirci,senza in realtà avere alcuna sicurezza di ciò che elencavo nella mia testa.
“Tranquilla amore,fai una doccetta,non c’è fretta”.Questa frase mi risuonò nella testa come una di quelle sentenze che o avrebbero fatto storia o mi avrebbero relegato a spaccare pietre nel deserto o che probabilmente come minimo,mi sarebbero costate i prossimi 6 mesi di calcetto.
Incoscienza way of life.
Bravo Matteo hai preso tempo e ti sei mostrato tranquillo,ora datti uno schiaffo fortissimo e svegliati!!
Optai per un sempre attuale “se me dimentico qualcosa ce mandiamo qualcuno dopo”,e partimmo!
Strane queste contrazioni ravvicinate eh?
Si strane…ma tanto l’olio di ricino l’hai preso poco fa mica può già fare effetto..
Con la faccia sfigurata dalla fretta intimo alla guardia giurata del cancello dell’ Umberto I di alzare quella fottuta barra che ci attende il Ps Ostetrico e anche lui che nella vita ha un solo pulsante da premere era un po’ indeciso,tanto il panico,sul da farsi.
Al PS vengo relegato fuori dalla stanza della visita come un qualsiasi uomo.
“Ma sono il marito!!!”
Niente..silenzio tombale e risolino di sfida..
“Ma sono un medico”
Doppia mandata alla porta dell’ambulatorio con spostamento delle scrivanie ad impedirmi qualsiasi accesso.
10 minuti lunghi 9 mesi.
Pensieri ridicoli si inseguivano uno dopo l’altro…tanto mo ce rimandano a casa, ma magari non ha rotto le acque,quell’Alice li sarà avvolta nel cordone come una circense,ma perché non mi dicono nulla porco il mondo e soprattutto perché cazzo le ho fatto fare anche la doccia.
Le porte si aprono e la soddisfattissima infermiera che mi aveva segregato in sala d’aspetto con la solita facciadimerda mi comunica che “Andiamo su”.
“Amore sono dilatata 7 cm”.
Anni di studio, le parole del giuramento di ippocrate che mi risuonano nella testa,nove mesi di forum imbarazzanti sul web,pasti di verdure e frutta resi immangiabili dall’amuchina versata ovunque,9 mesi di cene con un solo calice di vino,9 mesi di fantasticazioni, di paranoie e ipotesi molto ipotetiche e adesso tu eri lì a 2 cm di dilatazione da noi.
Tu avevi aspettato le tue 40 settimane, volevi l’entrata in scena spettacolare con la rottura delle acque e volevi nascere di notte.
I corridoi della Ginecologia del Policlinico hanno ancora l’eco del passaggio di tua mamma in carrozzina:”voglio l’epidurale!!!”.
Avevamo una sola certezza in questa gravidanza,avresti fatto l’epidurale..avevamo fatto visita ed esami di preparazione..avevo trovato un’anestesista amica e appena messa sul letto in sala parto hai chiesto l’epidurale come un lavoratore vuole lo stipendio a fine mese.
Il timidissimo anestesista di turno nell’apparecchiare il carrello della procedura impiega i 10 minuti sufficienti a te in 3 spinte efficaci e perfette di regalarmi una figlia.
La sua delusione nello scivolare via con il suo carrello è pari solo alla mia che corro fuori dalla sala parto per urlare al mondo” è nata!!!e’ nata!!!” e trovare solo un’infermiera tracagnotta in giro per terapie che mi risponde “bene,sete stati tutti bravi..”
Rientro in sala parto con la mia tutina verde passpartout e tu,mia dolce Alice,piangevi abbracciata sulla pancia di tua mamma, che con gli occhi increduli spalancati su di te pensava alle 3 spinte e con cui sei venuta fuori..inneggiando al fatto che lei avesse partorito senza epidurale!
All’improvviso la leonessa ha preso coscienza di se,era diventata mamma e quella era la sua cucciola. Nel momento del dolore vero che fa perdere la testa,lei aveva trovato il coraggio e la lucidità di resistere e proteggere ciò che aveva covato per tanto tempo,regalandole l’ultimo briciolo di forza necessario ad un parto perfetto e totalmente naturale come il tuo, mia cara ciliegina.
In realtà nel mezzo di quello sforzo ha avuto anche la capacità di fulminarmi con lo sguardo e intimarmi di dare all’infermiere che ti voleva preparare i vestiti,il cambio con la targhetta numero 1.
Quindi quando tra qualche anno vorrai sapere qualcosa di più sul tuo compleanno,ecco qui la storia di quella notte diventata mattina,in cui una dolce tigrotta tutta rosa ha subito ruggito al mondo,in cui una leonessa ha capito di poter essere una capo branco e in cui il chirurgo Rafiki ha tirato un sospiro di sollievo enorme,ha guardato il cielo e ha detto: “Anche se so che parlo alle stelle e alle nuvole..grazie..perché questo luglio 2017 è stato un regalo che spero proprio di meritarmi”.
Buongiorno amori miei,raccogliete le forze perché domani quando vi riporterò a casa, Nana vorrà delle spiegazioni e dovremo essere piuttosto convincenti.

Questa voce è stata pubblicata il 30/07/2017 alle 13:02 ed è archiviata in Uncategorized. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

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