Punkarre Entertainment Zoo II

Orso.

Un lungo e fragoroso peto,un tuono a coprire l’inutile rumore dei nostri singhiozzi,una breccia d’imbarazzo che attenua per pochi secondi un dolore inaccettabile.Così come hai vissuto per quasi 7 anni te ne sei andato.Odori insalubri come manifestazione di te.Peti che equivalgono ad un addio.Non credo in Dio,soprattutto ora,ma voglio credere nell’anima che manovrava il fedele amico che eri e sebbene da medico so che tali gas sono il frutto di meravigliose reazioni di fermentazione delle malefiche popolazioni batteriche che abitavano il tuo colon e che,ora più di prima,non trovando il freno del tuo sfintere,libere distendono e contraggono la muscolatura intestinale,riempiono il vuoto intorno a noi.Ho deciso di pensare che è stato il tuo geniale modo di accomiatarti,la firma di un’anima guascona.

Non c’è nulla che accetto in questa storia,non solo la tua morte improvvisa,ma soprattutto la tua natura di cane e la mia di uomo.Sembrano parole in libertà,ma la realtà di chi cresce un cane tra le sue braccia porta a confondere i confini delle specie,porta a gemellare anime che in alcuni rari casi sono destinate a vivere l’uno per l’altro.Un pò quello che dovrebbe succedere tra gli uomini,un pò quello che ci si augura dai 16 anni in poi..quando,superato il delirio e la rabbia di autoaffermazione dei 14,ci si rende conto di aver bisogno di qualcuno attorno  per dare un senso alle giornate.Fare sega a scuola da soli,fa schifo.Conquistare l’americana di turno al pub è assolutamente inutile se non hai un amico a cui raccontarlo.Ecco i cani sono accanto a te per questo.Offrono quella stessa complicità,quella stessa cieca disponibilità senza nemmeno bisogno di parole.Perfetti per un avaro di fonemi come me.Non giudicano,non pesano le tue parole,non gli interessa se ingigantisci il discorso o se non hai nulla da dire.Loro sono vicini di anima.Loro sentono tutto senza decifrarlo.

Una delle cose che capitava più di frequente quando ti avevamo sotto gli occhi,ubriachi dalla meraviglia che eri, era che Fede mi chiedesse di ripeterle per l’ennesima volta la storia del nostro primo incontro.

Era un pomeriggio di luglio e io Coti,e i miei genitori avevamo deciso di voltare pagina…era passato un mese dalla morte di Jeff,cane amatissimo anche lui,aveva lasciato un tale vuoto che era difficile tornare a casa e accettare l’idea che non fosse più tra noi.Io e Coti decidemmo di prenderci le nostre responsabilità e che ci saremmo occupati del prossimo cane in prima persona.Così decidemmo di andare in un paio di allevamenti vicino Roma di Dogue de Bordeaux,meravigliosi e placidi molossi.Volevamo tutti una femmina,volevamo un cane da portare in giro sereni,con cui giocare senza problemi e soprattutto molto diverso da Jeff che avevamo perso così precocemente.Nulla di più lontano da ciò che accadde.L’allevamento di Cerveteri aveva appena messo alla luce due splendide cucciolate,appena arrivati aprirono i cancelli e una decina di cuccioletti schizzarono verso di noi.Tutti dogue a maschera chiara,belli vivaci e in perfetta salute.Sembravano finti tanto erano perfetti.Ma il caso volle che alzai la testa e vidi un cucciolo molto più grande degli altri,anzi decisamente il doppio degli altri,molto più scuro e con la maschera nera.Era meraviglioso,ma non capivo perchè era l’unico che correva in direzione opposta a tutti gli altri.Quello che poi diventò il mio Orso nacque con il nome di Urano del Tuculca,figlio di Cousteau van Buscampelt e Dea del Tuculca.Ossia due genitori con i coglioni fumanti.Il papà era una meraviglia di muscoli e prestanza,una creatura preistorica,non sembrava nemmeno un cane.La mamma era pazza folgorata,allontanata immediatamente dalla sua cucciolata per voraci istinti di cannibalismo dimostrati nei confronti di qualsiasi cosa fosse nelle sue vicinanze.Per questo Orso non ebbe mai una mamma,unito ad un altra cucciolata non fu mai accettato,non riusci ad alimentarsi se non in maniera fugace o artificiale grazie alle cure degli allevatori.Non conobbe mai l’amore di una mamma.Così appena si aprivano i cancelli delle gabbie mentre gli altri cuccioli lottavano e giocavano Orso scappava con il poco cibo che riusciva a rimediare e si infilava sotto la roulotte del giardino o dietro il primo vaso disponibile.Ha sempre chiesto pace e cibo.Nulla di più.E’ sempre stato un tipo semplice.Però viveva nel terrore e questo mi scaldò il cuore.Mi infilai sotto la roulotte e invitandolo con la mano e un pezzo di pane ricordo ancora gli occhi pieni di paura,chiamai Coti e decidemmo che era lui.Lo tirammo fuori e mio fratello lo prese in braccio.Aveva le zampe grandi come le mie mani e tremava come alcuni parkinsoniani terminali.In macchina fece il suo primo stronzetto di 5 kg e a casa si infilò subito dietro un vaso e non ne volle sapere di uscire per giorni interi.I primi mesi sono stati difficilissimi,avevi le dimensioni di un cane vero,pesavi 16 kg a 3 mesi,ma ti comportavi come un animale braccato,avevi paura di tutto,non volevi uscire di casa e non ti fidavi di nessuno.Cominciai a capire che stavano cambiando le cose quando hai cominciato a dormire sotto il mio letto,quando ti affacciavi in terrazzo mentre ripetevo l’esame di turno solo per vedere dove ero.Abbiamo cominciato facendo un centinaio di metri,poi un isolato,poi un piccolo parco,poi Piazza Sempione…ogni giorno guadagnavamo un pezzo di mondo e crollava una tua paura…le macchine,i rumori,i gatti…fino ad un momento che ricordo bene…a fine agosto quando con Fede ti portammo di sabato sera in giro per Terracina,piena di macchine,di rumori,di ragazzi urlanti…ricordo che eri in apnea,ma ti eri buttato in qualcosa più grande di te e ne eri uscito fuori…eri un cane nuovo.Poi a tutto il resto ci pensò Nana.

L’ hai amata dal primo istante.Fu un colpo di fulmine da romanzo.Nana era tutto quello che tu saresti voluto essere,un cane intelligente,agile,senza paura…curioso e affamato di vita..lei ti insegnò ogni divertimento del parco,a saltare i girelli dell’irrigazione,a bere dalle fontanelle, a divorare bastoni,dove trovare il miglior rifugio dove rinfrescarti e ti fece strada fino alle onde del mare.Tu le feci vedere solo quelle tue strane capriole goderecce…quando a zampe all’aria facevi l’angelo dell’erbetta. Eri fiero di quella tua conquista, ed è la gioia che mi trasmettevi che proprio ora mi distrugge.Spero di riuscire a ricordarti così un giorno,sorridente e rotolante,senza versare tutte le lacrime che ho in corpo.

Spero tu capisca che sono andato via questi ultimi mesi pensando di averne ancora tantissimi da passare con te, altrimenti non sarei mai partito.Questi ultimi 7 anni sono stati meravigliosi,ci siamo amati alla follia,mi hai seguito con lo sguardo in ogni secondo che abbiamo passato insieme facendomi sentire protetto e fortunato.Io credo di aver fatto lo stesso per te.Ti ho spazzolato e lavato fino a chiedermi il senso di tutto ciò,ho raccolto milioni di merde sereno perchè mi ha sempre divertito il tuo ghigno soddisfatto postevacuzione.Ti ho coccolato come fossi mio figlio e tu mi hai dato talmente tanto amore che il tuo abbandono è più reale che mai.

Non avrei mai pensato che ci saremmo salutati quel pomeriggio.La veterinaria che tentava di trovare una vena nella tua zampa muscolosa era terrorizzata che la mordessi.Ti tenevo la testa tra le mani e in quel tuo abbandono cieco,in quegli occhi chiusi,ha fatto breccia in me il pensiero che ci fosse qualcosa di serio,ma mai che non ti avrei più abbracciato.Non credo di aver mai provato tanta rabbia e dolore come in quel pomeriggio.Ho sempre preparato Fede al dolore della perdita dei cani,sapendo che per natura sarebbe capitato,eppure ero io il primo a non essere pronto.E tutt’ora non lo accetto.

La rabbia mi divora.E i ricordi insieme mi fanno sempre più male.Provo a ricordarti felice che scorrazzi nella neve o al nostro fianco con la lingua a penzoloni a elemosinare un pò di pane.Cerco di pensare alle lotte mortali che facevo per farti il bagno e a quando scappavi di fronte ad una busta vuota gonfiata dal vento.Voglio ricordarmi le colazioni insieme al Dondolo e la tua prima reazione al rumore del mare.Voglio pensare a tutte le persone che hai spaventato,alle nonne,alle bambine agli immigrati che hai terrorizzato pur di tenere noi al sicuro.Penso a tutte le giornate al parco che non ti sei goduto perchè preferivi starmi seduto addosso.Penso a tutte le piccole avventure che hai scelto di non vivere perchè hai preferito stare sempre accanto a noi a proteggerci.Voglio pensare alle serate intere che hai passato a guardarmi leccandomi le dita delle mani e alle tue immersioni nella cuccia.Voglio pensare a tutti gli esami che hai ripetuto al mio fianco alle 5 di mattina sul terrazzo completamente riconglionito e ai litri e litri di acqua che ti ho dato da bere.Voglio pensare alla tua faccia affondata nell’anguria e al tuo scavarti le fosse in giardino alla ricerca del fresco.Voglio pensare al tuo russare sconquassante e a quegli occhi che ho deciso di portare sempre sulla mia pelle.

Al momento giro con il tuo collare in tasca e sfrego la tua zampa che ho tatuata sul braccio prima di ogni intervento chirurgico.

In qualche modo,mio meraviglioso amico,sei ancora qui con noi.

A Orso “Cuor di leone”

Questa voce è stata pubblicata il 11/04/2015 alle 23:48 ed è archiviata in Uncategorized. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

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