Scrivo a 1 anno dall’ultimo post, mannaggia me e ai miei tempi biblici, mannaggia la pigrizia, la stanchezza cronica, l’ispirazione che ti sfiora e fugge via, le password di wordpress che non ricordi subito, mannaggia un insieme di piccolissimi e inutili fattori che sono alla base di un enorme piramide di disastro produttivo di cui io sono apice, parafulmine e unico responsabile.
Bene, essere consapevoli, sempre. Fatto.
Ora a questo punto mi faccio un bel bilancio di questo primo anno al SanCa. Avrò mai fatto bene a lasciare la mia isoletta adorata?Ho sempre avuto difficoltà a fissare, fuori da qui, delle piccole riflessioni che possano farti da base per costruire qualcosa, il tempo che passa, la routine e gli impegni rendono tutto una massa informe di doveri e di responsabilità.
Per mia fortuna non mi sono trasferito in un normale ospedale, sono andato a lavorare dove il male incontra la sfiga, dove vedi Dio ubriaco tirare i dadi della sorte, scarabocchiare il destino dei suoi uomini, testare la resistenza dei corpi, che chiaramente non ha creato, oltre ogni limite.E’ il luogo dove l’ignoranza e la criminalità affrontano un esercito di pazienti missionari sottopagati.E’ qui che gli altri ospedali si rivolgono quando non possono o non sanno trattare un problema, è qui, nell’Hub, che Pegaso atterra portando ogni giorno un nuovo flagello che si spera di poter affrontare.Avevo deciso inizialmente,di scrivere tutto quello che vedevo, perchè ogni giorno, ogni turno, ogni guardia c’era qualcosa di diverso, spesso sconvolgente al quale non volevo abituarmi e invece, ecco qui un anno dopo, superato lo shock culturale sono il prototipo del missionario sottopagato di cui sopra.
Ma ricordatelo, caro il mio dottorino, di tutto ciò a cui sei stato esposto, ciò che i tuoi occhi hanno visto e il tuo cuore ha accettato. Ricordati di tutti gli incidenti stradali, delle moto che lanciano i passeggeri a distanze siderali, di tutti i monopattini maledetti, di tutte le perforazioni da coltello, da spina di pesce, da proiettile, da rebbo di forchetta, da clistere, da pallini da caccia, da tronco d’albero, ricordati dei femminicidi, dei trattori che investono i contadini, dei precipitati nei cantieri, dei muletti che aprono le facce, degli americani ubriachi in viaggio di nozze che volano dal ponte Garibaldi, di quelli schiacciati dall’asfalto stradale mentre scavavano tunnel nei pressi di un Unicredit, dei suicidi, dei tantissimi suicidi tentati, degli stupri e delle violenze che portano ad altri suicidi, ricordati di tutta la patologia rara che è diventata nuovo bagaglio quotidiano, ricordati di quanti drogati e malavitosi hai incontrato, di quello che ti ha vomitato sangue sui piedi dopo averti chiesto indicazioni per il pronto soccorso, ricordati di tutte le persone che hai operato sapendo che sarebbero morte nelle successive 48h, ricordati di quei parenti che sapevano e vegliavano i loro cari dopo essersi fidati di te.
Ma ricorda soprattutto che hai deciso di prenderti nuove responsabilità, ricordati di quante persone hai portato fuori dall’ospedale sulle loro gambe, di Ennio, di Maria, Pasquale, Massimo,Luigia, di quante ore hai passato a discutere con gli specializzandi a vendergli un pò di passione, degli interventi con le tute Covid,di quante notti hai passeggiato in quei corridoi invasi dai senzatetto con l’ennesima urgenza tra le mani e poi pensa all’entusiasmo del nuovo, di provare, di cimentarti.
La comfort zone non esiste qui. Più la cerchi e più ti senti affogare, al SanCa bisogna abbracciare il caos e la follia, la fatica e la sfortuna, si vive un turno alla volta.
Ho scelto a Rimini, anni fa, da che parte volevo stare della trincea. E’l’unico modo che conosco di vivere e accettare questo lavoro.
The world is like a ride at an amusement park, and when you choose to go on it, you think it’s real, because that’s how powerful our minds are.
And the ride goes up and down and round and round and it has thrills and chills and it’s very brightly colored and it’s very loud.
And it’s fun, for a while.
Some people have been on the ride for a long time, and they begin to question: ‘Is this real?
Or is this just a ride?’
And other people have remembered, and they come back to us and they say ‘
Hey!Don’t worry, don’t be afraid — ever — because…this is just a ride.’
And we kill those people.
Shut him up!We have a lot invested in this ride!Shut him up!
Look at my furrows of worry; look at my big bank account, and my family.This has to be real.’
It’s just a ride.
But we always kill those good guys who try and tell us that — ever notice that? — and we let the demons run amok.But it doesn’t matter, because…
it’s just a ride, and we can change it any time we want.
It’s only a choice.
No effort.
No worry.
No job.
No savings and money.
Just a choice, right now, between fear and love.
The eyes of fear want you to put bigger locks on your door, buy bigger guns, close yourself off.
The eyes of love, instead, see all of us as one.
Here’s what we can do to change the world, right now, into a better ride.
Take all that money we spend on weapons and defense each year and, instead, spend it feeding, clothing and educating the poor of the world, which it would do many times over — not one human being excluded — and we can explore space together, both inner and outer, forever.
In peace.
Bill Hicks