Welcome To EsseKeyLand – WE KNOW HOW TO PARTY
Questione di percezioni,di attimi che se li aspetti e li comprendi sono in grado di travolgere, saziare e incantare.
Credo che la felicità di un uomo risieda nel riconoscere la propria fortuna,nel perdersi nel vuoto dei propri pensieri ed essere attratto dai propri ricordi,sapere di aver vissuto,di aver avuto un’infanzia di cui essere gelosi,genitori che non si finiranno mai di conoscere, un’adolescenza da poter raccontare,amori tormentati o perfetti,amici abbaglianti come comete ed altri fedeli come satelliti in orbita perenne,aver avuto il coraggio e la possibilità di fare le proprie scelte per arrivare al presente ed essere orgogliosi del proprio posto nel mondo,credere di meritare quella zolla di terra su cui creare.
Non mi sono fatto di crack e tantomeno sono ubriaco,sono solo felice e tanto per cambiare preferisco condividere quegli stessi attimi di cui parlavo prima,piccole perle sfuggenti che diverranno mia preziosa memoria.
ATTO I – I PREPARATIVI
Tutto comincia di fronte ad un portone che non mi trovavo davanti da almeno 6-7 anni,un portone che ti vien voglia di salutare,tanto caro da esserti mancato e un int.9 sul citofono che non credevi proprio ti saresti ricordato e invece è lì evidenziato dai miei neurotrasmettitori che festeggiano la rimpatriata.L’ascensore ricoperto di moquette che ha spiato tutta la mia adolescenza,ci ha visti ridere come idioti,ubriachi,drogati,incazzati,terrorizzati per gli esami o galeotti fare sega,sapeva prima di te chi sarebbero state le tue fiamme e per pochi secondi è stato indeciso se seguirci a piazza del Popolo quella notte di luglio del 2006.
“Ok!”,pensavo,”ora una rampa di scale e poi di solito mi apri la porta in mutande”.Ed eccoti lì un pò meno roscio di un tempo,forse più stempiato ma molto più sorridente,oggi ti sposi,non vedi l’ora di dirlo al mondo intero.Se non fosse intervenuto il buon andrea in mutande anch egli,a sdrammatizzare come al solito,sarebbe stato difficile mandare giù il magone della perdita di Yuky che nella mia testa appartiene a quella casa almeno quanto i tuoi genitori,è lì in quel corridoio stretto stretto che dava il meglio di sè con tutte le sue feste e i salti di benvenuto.
Ma basta,come dicevamo l’attimo che vi sto descrivendo è pura gioia che inghiotte tutto,io,MatteoAmebina e FedeiPollo siamo i fortunati prescelti testimoni e così, dopo aver degnamente celebrato l’addio al celibato Berlinese (certo Ste potevamo pure risparmiare qualcosa limitandoci ad un paio di strip club invece dei 12 che avevi attentamente selezionato),ora siamo chiamati nel regno di villa Chigi per l’ultimo pranzo da uomo libero e forse da figlio ma soprattutto per la magica vestizione,fatta di panciotti protagonisti,di gemelli improbabili,di insulti razziali alle cravatte degli altri,di foto preziose e di pura e semplice gioia e commozione nell’accompagnare un amico al patibolo.
Lo specchio parla chiaro è tutto pronto ora,un minuto di silenzio,un altro amico ci lascia,ha messo il vestito da sposo e si allontana verso il tempio che lo renderà forse ancor più uomo o forse ancor più zerbino.
ATTO II – L’ARRIVO DELLA SPOSA
I suddetti iPollo,Ameba e Rafiki siedono un pò interdetti nei pressi dell’altare della basilica di S.Saba.C’è chi coglie l’occasione per raccontare le ultime a Jesus Christ, c’è chi controlla se tra le testimoni della sposa ci sia qualche bella gnocca (non io) e chi lo stesso Jesus Chirst vorrebbe ben lontano da quell’altare,anzi magari proprio fuori dalla navata.Insomma siamo tre soggetti,infiocchettati,messi a protezione di tutti quei ricordi di cui vi parlavo all’inizio.All’improvviso una musica stupenda,dolce e accattivante,romantica ma al tempo stesso piacevole..una pazza squilibrata suona all’arpa “C’era una volta il West” di Ennio Morricone, e così entra lo sposo con la mamma sottobraccio,finalmente affronta l’incubo delle attenzioni e del mirino della squadra dei fotografi..sorride,proprio lui che è il mago delle pianificazioni e delle previsioni al millesimo non aveva previsto che entrare in chiesa e vedere attorno a lui parenti e amici felici per lui gli avrebbe potuto fare piacere..ride come un ebete.Si ferma qualche gradino sotto di noi,impaziente,con la propria mamma sotto braccio pronta a lasciarlo scappare via.
Da qui in avanti passano almeno un paio d’ore di attesa della sposa con il testimone crucco che continua a ripetermi “TIPIKO MATRIMONIEN ITALIANEN”.Io prendo tempo indicandogli qualche altra gnocca olandese o belga o di roma nord e finalmente la pazza con l’arpa riprende in mano la situazione.PA PA PARA’ (grande pezzo di letteratura).E da che tutto doveva avere inizio,in realtà,si è concluso.Karin entra nella navata accompagnata dal suo adorabile Papà.Felice come non l’avevo mai vista, consapevole di quello che stava facendo e della dose abbondante di acidi fatta in macchina,risplende.Arriva tra le braccia del suo futuro marito ed ecco lì che si forma un altro ricordo,un breve istante di perfezione.E io l’ho visto e felice della scoperta in un attimo ho capito a cosa servono i testimoni.Devono essere capaci di vedere quella scintilla,quell’amore complice e pieno e così portarlo con sè per poi proiettarlo in caso di bisogno.E così mentre l’Ameba piangeva a dirotto e iPollo ripeteva “proprio pelli kvesti tue”,io beato facevo scivolare qualche lacrima nella mia barba e mi crogiolavo di tanta bellezza.Del resto della cerimonia ricordo ben poco perchè faceva veramente un caldo di merda.
ATTO III – I FESTEGGIAMENTI
Non mi ero reso conto che nell’istante in cui ho citofonato a quell’interno 9,mi sarei dimenticato per due giorni di avere una vita,eppure così è stato.Per due giorni ho avuto l’illusione che quella vita fatta di risate e buffet appetitosi fosse la mia.Che non avrei mai più dovuto pensare a fare la spesa,che ci sarebbero sempre stati crudi di pesce a sufficienza e che quel losco signore che mi guardava in cagnesco ma che alla fine mi dava tutti i prosecchi che volevo in realtà ne aveva un pozzo a sua disposizione.
La cena di sabato è stata bellissima,gli aperitivi squisiti e abbondanti e la torta sulla terrazza su Roma bellissima.Ma era una parte di voi.Non poteva finire tutto lì.Si è capito subito.
E così ancora con gli occhi impastati del sogno di una vita combattuta tra alberghi e ville con piscina è domenica mattina che avete e abbiamo trionfato.C’era da festeggiare e avete trovato il modo giusto.WEKNOWHOWTOPARTY.
Sebbene ci siano stati gufi e piantagrane oltre che donnine timide imparanoiate dall’idea di fare il bagno o prendere il sole in una domenica di Giugno senza prima aver stipulato un normale contratto con condizioni d’uso e di recesso,avete scelto di puntare sulle persone giuste. Sempre quei preziosi istanti di prima bastano a capire che su un prato così non si usano le scarpe e che se qualcuno,in una giornata così,non si butta subito in piscina il mondo potrebbe collassare sul proprio asse.Certo se poi non mettete un limite,per il Chabbatino diventa fondamentale buttare in piscina chiunque passi nel raggio di km,per Pico combattere con i liquidator come in vietnam e al sottoscritto chiedere al barman acrobatico di evitare i virtuosismi e “te prego sbrigate a damme da beve che l amici mia c’hanno fretta…ah comunque carica eh???” e su queste parole scomparire come batman tuffandomi di nuovo in piscina con i cocktails per tutti.
Momenti da ricordare,cazzo se me li devo ricordare.Quando riemergi e ti sdrai a bordo piscina baciato dal sole pensi che stai vivendo il presente che volevi e che se vai scalzo e fracico a chiedere 5 mojito ad un barman acrobatico a bordo piscina che non vuole soldi indietro la vita non ha più niente da darti.
Questione di sole,di risate e di colore che erano ovunque come a creare una bolla di sapone perfetta che grazie ai 7 fotografi e 10 cameraman non potremo mai dimenticare.

Inizio migliore per voi non potevo nemmeno sognarlo.Vi auguro di ricordarvi tutti questi momenti anche perchè se ci pensate con questi festeggiamenti vi siete presi cura del vostro passato,delle vostre famiglie,della vostra voglia di essere giovani e di quelle fondamenta su cui voi due potete continuare a sognare tranquilli.

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18 Giu
Questa voce è stata pubblicata il 18/06/2013 alle 15:30 ed è archiviata in
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non avrei saputo trovare parole migliori per descrivere questi due giorni pazzeschi, mi è scesa anche qualche lacrima, dovuta ai tanti ricordi di cui hai parlato che mi hanno fatto riaprire cassetti chiusi da tempo, ma che rimangono sempre li, indelebili, da custodire gelosamente e riaprire nei momenti giusti come questo.
bellissimo, tu sei bellissimo…