Punkarre Entertainment Zoo II

Ciao Ric,

A Riccà, pe sta bella occasione, pensavo de scrivete n sonetto, de rendete omaggio co no stornello, na poesiola, de quelle che leggevi te, che facevano ride e pure n po’ pensa’, quelle che tiravi fuori dal cilindro a natale, ai compleanni, che uno diceva ma quando ce s’è messo, carino, chino, sul foglio a inventà, a trovà le parole giuste.

Poi me so accorto che quello bravo eri tu e allora niente me tocca ricomincià.

Allora pensavo se mettemo seduti attorno a un tavolo, tutti insieme, stappiamo un Maccianello, magari uno di quelle annate buone, quelle che tiravi fuori solo per noi, che so costate sudore e dedizione.

Ce guardiamo negli occhi e ce diciamo tutto, senza filtri e senza giudizi, come piaceva a te.

E allora te vojo dì che me manca il fiato a vede spezzata sta famiglia.

Ma che no, non te voglio piange neanche un po’.

Vuoi sapè perché?

Già te vedo che ridi, hai già capito..

Io te conosco da 23 anni.Tanti so gli anni che m’ha sequestrato tu nipote.

Te ne sei annato a 76, quindi me so perso buoni 53 anni.

Allora famo che intanto te racconto che ho visto io.

La prima cosa che ho visto è stato Te e Michela.

Allora partiamo già da qui. Adesso te svegli e mi dici quante so le possibilità che uno trova su 7 miliardi di persone, l’anima gemella, l’altra metà della mela, un evidente ragione di vita, l’amante, la compagna di ogni avventura, la migliore amica e una fidata complice.

Io so che quando Alice avrà 12 anni, le racconterò di quei due zii che si amavano e ridevano, che viaggiavano e ridevano, che si accudivano e ridevano, che si abbracciavano e si aspettavano.

E le augurerò di trovare un amore così.

E quindi già t aveva detto bene..

Poi mi so scontrato col Riccardo Padre.

E qua un po’ me viè da ride. Perché tre figli così solo a te potevano capità.

Penso alla faccia tua a sentì per 40 anni i deliri di Simone, i silenzi di Tommaso e le storielle di Leonardo.

Tre soggetti che se me metto a scrive famo notte.

Diciamo che non te sei annojato, ma hai aspettato, hai pazientato e hai creato qualcosa di irripetibile. Penso al loro periodo Metal,al loro periodo Pariolino, al periodo medievale, penso alle sopracciglia di Tom, alle arti marziali, alle università più o meno improbabili,alla musica vissuta in tutte le forme.

Penso alle ore intere passate a confidarvi, ad ascoltare assurdità, aneddoti, serate folli, come fossi tu il fratello maggiore.

Perché in quelle occasioni, ascoltavi come quello che c’è già passato, ti imbevevi di vita, di gioia e del loro entusiasmo.

E tutte quelle che sembravano follie di pori sognatori, so diventati una realtà più unica che rara.

E su 7 miliardi di persone secondo te quanti so i padri che hanno visto i propri figli fare proprio quello che sognavano, realizzarsi ,trovare una via, senza seguì le orme ma liberi di essere, di pensare,di diventare.

E qui pure me sa che t ha detto bene.

Ti ho visto ritirarti dal mondo a Macciano, uno di quei posti in cui si può sognare di fuggire, tirarla su come se fosse uno dei tuoi incarichi, un po’ alla volta, anno dopo anno. E solo al matrimonio di Tom ho capito che era quello il tuo grande progetto.

E secondo te su 7 miliardi di persone quanti hanno potuto mandare a cagare il mondo intero e rinchiudersi a Macciano?

E quindi niente…piove sul bagnato.

Più ci penso e più mi sembri sempre te, quell’uno su 7 miliardi.

Mi sembra evidente che avevi trovato un modo, una chiave.

Che sia il riposino del dopo pranzo?mah..

Però i miei ricordi migliori sono legati alle chiacchierate della mattina dopo e a Piazza Mincio come Quartier generale.

Quando eravamo troppo cotti per tornare a casa, ma non troppo da dormire in macchina, Tom ci ospitava a casa e accampati in sacchi a pelo ci ritrovavamo la mattina dopo. Così a Castiglione, così a Macciano, hai sempre aspettato le nostre avventure, per goderne un po’ anche tu e quando ridevi di gusto, sapevamo che avevamo fatto la cosa giusta.

Allo stesso tempo ricordo una sera che eravamo con Tom e Vittorio e ci lamentavamo del mondo in cui vivevamo, degli esami, del costante vincolo dei soldi e del pensiero di poter deludere i genitori  o di non rispecchiarci nella vita che avevano scelto.

C’hai guardato e c’hai detto di tirà fuori le palle.

Hai detto che se volevamo combatte il sistema, dovevamo prende le nostre cosette, mandare tutti al diavolo, partire e andà a vende le collanine in Venezuela.

Non so perché, ma nessuno di noi da lì in poi, se l’è sentita.

Abbiamo smesso di fa le cose a metà.

Abbiamo smesso di fare i ragazzini viziati e ci siamo tirati su le maniche.

Abbiamo capito che avevamo in pugno il nostro futuro.

T’ho visto viaggiare per il mondo, t’ho ascoltato raccontare delle imprese in Africa, t’ho visto nei video dell’isola d’Elba,t’ho visto tirare su il Dondolo, t’ho visto trionfare su milioni di settimane enigmistiche e essere il re delle feste fino ad applaudirti con i tuoi amici su un palcoscenico perché hai voluto pure fa l’attore.

Ti ho visto scioglierti negli occhi di Camilla. Ti ho visto diventare nonno Riccardo.

E quindi ragionando mi sono goduto  una parte dei tuoi ultimi 23 anni, la tua vecchiaia.

Ma che fosse la tua vecchiaia l’ho capito solo ora.

Non lo è mai sembrata.

E quindi se questa era la vecchiaia, pensa che avrai combinato prima.

Mi mancherai molto. Ma non ti posso piange.

Hai fatto tutto bene.

Hai fatto tutto a modo tuo.

In tante culture si celebra la vita che c’è stata.

E qui,caro mio,ce sta  solo da festeggià.

Questa voce è stata pubblicata il 27/06/2023 alle 17:06 ed è archiviata in Uncategorized. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Segui tutti i commenti qui con il feed RSS di questo articolo.

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