Appagato, pieno, finalmente libero, un uomo abbandona i remi e si lascia trasportare da una soffice corrente.
Inerte, cullato dal vento e baciato dal sole , nessuno sforzo, nessuna preoccupazione, ha raggiunto il suo destino.
Ha un paio di occhiali gialli di dubbio gusto, gli occhi verdi che brillano e una canotta rubata di gruppi black metal che non ha mai ascoltato.
E’ felice, finalmente respira e si gode la sua meta.
Con lui un cane, Stitch , soggetto strambo ma fedele, compagno di mille avventure osserva attento ogni movimento, ogni increspatura dell’acqua di questo lago, che alcuni chiamano Eldorado.
Dove siamo Caro Andre??Pensa,per una persona, questo post…è “tra le tue braccia”.
Benvenuto quindi e grazie , senza di te, quella barca non si sarebbe mai fermata, nessun lago all’orizzonte, ma rapide, chiuse e un lungo fluire verso qualcosa a cui solo oggi diamo un nome.
E tante sono state le peripezie del nostro caro barcaiolo.
Siamo saliti con lui su quella barchetta malconcia a viaggio iniziato, circa 12 anni fa, quando a issare la bandiera Hippie era VittorioSoleCuoreAmore.
Andre,l’uomo che hai a fianco aveva già raggiunto la medesima statura ma possedeva ben altra conformazione fisica, capelli lunghi, collane di semi,un sorriso perenne da uno zigomo all’altro,una gioia di vivere contagiosa quasi quanto la sua irrazionale passione per la musica.
Entrava nella vita di chiunque incrociasse per la strada, che fosse in ascensore, in coda alle poste o durante una serata in discoteca, lui avrebbe comunque trovato un nuovo migliore amico. Anni interi indeciso tra il ridere o il cantare, investito da un’ illogica e cieca felicità che lo faceva risplendere tra tutti.
E poi giù, altra montagna, altra rapida e altra corrente, ora basta, ora vuole le camice su misura di Marcello, e’ VittorioArtCafè, vuole vivere le notti romane e strano a dirsi, tra discoteche e sbronze epiche, fa di tutto per piacere e rimorchiare, vivendo una delle sue 12 adolescenze, incidendo un assoluto sebbene sottovalutato capolavoro pop, e noi, per lo più ubriachi, con lui, lo vediamo collezionare trofei come l’innarrivabile Ulrica delle nevi, o come il traguardo dell’addominale perfetto o del ciuffo piacione da Tony e Guy, in una costante lotta tra quello che e’ e quello che vorrebbe essere.
Altro giro, altra remata, non è più lui, anzi finalmente sta’ convergendo verso se stesso, cerca l’amore, cerca la vita che lo aspetta, è RainboWittorio. Cambia locali, cambia amicizie, cambia compagnie in una sregolata ricerca che abbiamo la fortuna di fare insieme. Una nuova pubertà in cui riscopre il suo corpo e ancora un’altra adolescenza in cui si avvicina all’amore come sempre, entusiasta e sorridente come le sue adorate principesse Disney.
Una vita in giro, dopo esser stato la spalla al bancone dei bar di Santo Domingo e il ragazzo in rosa alla scoperta di Mykonos, è stato l’organizzatore di concerti di ogni maledetta estate e il santone induista, l’unica persona a tornare da un mese in India,senza vaneggiare di aver ritrovato se stesso,ma bensì a confidare “bè un mese da solo che due coglioni”,è stato il confidente delle nonne di Castiglione della pescaia e Il nostro sfortunato cuoco ingessato sulle Dolomiti.
E chissà quante altre vite stiamo dimenticando..Caro il mio Yogi, il mio cameriere, il mio assistente di produzione in giro per l’europa, caro il mio cantante indie, il mio modello e attivista politico .
Quello che stai sposando caro Andre, non è un uomo, ma una galassia complessa in una costante metamorfosi evolutiva,fatto di vita e persone orbitanti intorno a lui, ognuno dei presenti ha infatti avuto la fortuna di godere della sua completa attenzione almeno una volta, ha avuto una birra e un cuore sincero ad aspettarlo. Sebbene ritardatario cronico nella vita reale, è una lancetta puntuale nella quotidianità di tutti noi, che scandisce la sua presenza costantemente ricordarci che lui c’ è. Sempre. Praticando la leggerezza come religione e l’altruismo come unico credo.
Ok, purtroppo adora falsi idoli quali Britney Spears ,gli Abba o le spice girls, è un accumulatore seriale e soffre di una rara forma di menopausa che gli da delle vampate emotive che lo portano a invorticarsi su se stesso, a temere di morire in motorino o bestemmiare se la cucina non è in ordine o se appassiscono le petunie.
Ma ride, ride sempre. E anche quando, come ultimamente, dice che è stanco di ridere sempre, lo fa con una consapevolezza che è ricchezza, che è un traguardo raggiunto. Abbiamo imparato a non credergli quando parla di se stesso, non sempre capisce esattamente ciò che gli succede,probabilmente anche ora starà piangendo a caso…allora meglio leggere tra le righe, scuoterlo e in alcuni casi ripristinarlo, per poi ritrovarlo nuovo e combattivo, la fonte d’energia,di cui tutti noi, abbiamo bisogno.
Mi dispiace caro Vitto, per noi resterai Tiziano Ferro cantato a squarciagola, sei i bagni di notte al mare, o il twerk scacciafiga sul nostro amato Maud, sei MACCIANO A RIDEFI, le sbronze dal cinese e le serate a reggersi la fronte l’uno all’altro, continueremo a non prenderti sul serio quando ti vedremo cambiare per l’ennesima volta ma saremo sempre lì ad aspettarti nelle tue conquiste, aggrappati per bene alle cime, incuranti dell’ennesimo cambio di rotta o dello spezzarsi del vento.
Per fortuna per tutti noi, è arrivata Cervia e la Romagna a mettere ordine. Quel ragazzo salentino con la passione per i crudi di pesce e la fotografia, con gli occhi sinceri che non lasciano scampo.
Hai fatto il folle pendolare per lui, hai aperto la sacra libreria ai gattini satanici, hai creato camere oscure casalinghe e lo hai assecondato per anni per poi convincerlo che avevate una possibilità vera insieme nella capitale.
Due pazzi innamorati, e sebbene questa giornata sia costata a tutti noi il dover assistere a molti scatti ignudi tra le boscaglie e i fiumiciattoli, sebbene siate due mondi lontani , siete tesi l’uno verso l’altro come magneti e sono sicuro che se Dio fosse sintonizzato su questo canale, starebbe brindando con un bel gin tonic alla vostra intelligenza nell’esservi trovati, scelti e capiti.
“Vittorio la Sgualdrina e Andrea il Satanello!” direbbe accendendo l’interfono del Pub dal quale sbronzo segue a caso le sorti del mondo.
“Brindo a voi, figli miei , perché siete belli e vivi come avrei voluto.
Perché le vostre famiglie vi hanno reso ricchi e liberi.
Avete scelto una vita sincera, fatta di rutti scuregge e barbe che si sfregano.
Vi aspettano giorni selvaggi e luminosi insieme, proprio come quelli che avete vissuto, che vi hanno portato a questo profondo, ma leggerissimo SI.
Non conosco un’altra famiglia come voi.
Non avevo mai visto sbocciare l’amore tra unicorni.
Auguri a voi ragazzi.
Gettate l’ancora e godetevi questa festa tutta per voi.”